Non siamo esperiti di viabilità, e non abbiamo alcuna competenza nel giudicare il lavoro di chi, come il Comandante Menfi della P.M. , ha operato scelte relative alle modifiche dei sensi di marcia nello Stagnone. Scelte criticate da molti.
Sappiamo solo che i cambiamenti suscitano sempre un mare di critiche anche solo per il semplice fatto di modificare abitudini radicate, senza che ciò leda realmente gli interessi degli operatori turistici e dei cittadini residenti nella zona.
Osserviamo che, come sempre accade, è partita la gara di solidarietà delle forze politiche nei confronti di chi in questi giorni protesta per i presunti disagi arrecati alla fruizione turistica dello Stagnone.
Nessuno invece è solidale con la natura.
Come diciamo da anni : lo Stagnone è una riserva naturale e non un parco giochi.
Ciò non significa che non debba essere fruito dai turisti, anzi, ma che la fruizione deve avvenire avendo come interesse prioritario la conservazione e la tutela degli habitat naturali e del delicato ecosistema dell’intera area.
Il turismo e la fruizione lenta, attraverso la pista pedonale e ciclabile, vanno in questa direzione , finalmente!
Riportare, invece, la viabilità lungo la laguna alla lunga coda di auto incolonnate, al parcheggio selvaggio e al transito e parcheggio dei mega bus turistici, non fa gli interessi della natura.
I parcheggi sulla strada provinciale ci sono, ed altri se ne possono creare per consentire il parcheggio di tutti i veicoli. L’idea del Bus navetta, per il trasporto di chi non può fare una passeggiata di meno di 300 m. per raggiungere gli imbarcaderi, è giusta e va realizzata in fretta soprattutto per le persone affette da disabilità e per gli anziani.
Noi pensiamo e suggeriamo anche che i parcheggi debbano essere fonte di guadagno per le casse comunali , e che i proventi del parcheggio e del noleggio comunale di biciclette siano reinvestiti nello Stagnone.
In nessun posto al mondo, nemmeno in Sicilia, la fruizione di un sito naturale ed archeologico, avviene consentendo il parcheggio dentro le stesse aree, senza che ciò incida minimamente sul numero dei visitatori.
A Marsala ,invece, quelle che sono solo cattive abitudini paesane, assurgono agli onori della cronaca locale perché non c’è negli operatori turistici e nella classe politica locale nessuna idea di sviluppo sostenibile che in tanti posti (anche in Sicilia) è fonte di reddito per intere comunità.