La Sicilia brucia tutti gli anni da troppi anni. Siamo stanchi, avviliti, indignati, delusi dalla politica e dalle istituzioni.
Anni di lotte, di marce e di campagne di sensibilizzazione sembrano non essere serviti a nulla.
Certamente non sono serviti a fermare la mano incendiaria di questi maledetti criminali che, anche quest’estate, hanno mandato in fumo migliaia e migliaia di ettari di patrimonio boschivo.
Verrebbe voglia davvero di arrendersi.
Tanto, gli autori materiali di questi incendi, come quelli degli anni precedenti resteranno impuniti.
Tanto, la Regione Siciliana continuerà a ridurre le somme destinate alla prevenzione e alla tutela del capitale naturale.
Tanto, passata l’ondata di indignazione collettiva, che durerà, come gli altri anni, più o meno una settimana, nessuno ne parlerà più.
E dunque, come da copione, la magistratura inquirente archivierà i fascicoli aperti a carico di ignoti perché tali resteranno, il presidente Musumeci continuerà a disperarsi per l’unica emergenza che non c’è, i migranti, e noi pagheremo il prezzo del disastro: saremo sempre più poveri di ossigeno, di bellezza, di biodiversità, di acqua e di paesaggio.
Noi pensiamo però che c’è sempre un limite oltre il quale la collettività non è più disposta a tollerare la ferocia criminale degli incendiari.
E’ già accaduto alla Mafia che, quando sembrava aver raggiunto l’apice della propria potenza , è precipitata per l’indignazione dei siciliani.
Noi pensiamo che dopo i mesi di restrizioni per il Covid, in cui la cosa che ci è mancata di più è stata l’aria , abbiamo raggiunto quel limite oltre il quale non solo non siamo più disposti a tollerare la prepotenza criminale dei nemici dell’ambiente, ma pretendiamo che ciascuno faccia la propria parte perché nessuna area naturale bruci più sulla nostra isola.
Vogliamo fare la nostra parte e lo faremo chiedendo ai siciliani di contribuire alla rinascita della riserva dello Zingaro, della Montagna Grande, del Bosco Scorace, del Monte Sparacio e di tutti i luoghi presi di mira dai criminali.
“Noi li ripianteremo” e faremo in modo che ogni cittadino che contribuirà all’acquisto, si senta proprietario di quell’albero piantato al posto dell’albero bruciato.
Continueremo a fare le nostre escursioni naturalistiche anche sui luoghi bruciati e non ci stancheremo mai, soprattutto con i giovani, di diffondere cultura e stili di vita che tutelino l’ambiente e la nostra sopravvivenza su questo pianeta.
E’ chiaro che tutto questo non potrà bastare, e che altri più autorevoli di noi devono fare la loro parte per avviare subito una seria strategia di lotta agli incendi, che integri prevenzione, sensibilizzazione, controllo del territorio, spegnimento e repressione, che coinvolga seriamente i diversi soggetti interessati (Corpo Forestale, Assessorati Agricoltura e Territorio, riserve naturali, sindaci, comunità locali, associazioni ambientaliste, Università), che scardini mentalità e comportamenti arcaici e conniventi.
Per questo noi chiediamo:
- che la politica tutta dichiari la propria guerra ai crimini ambientali, investendo di più e meglio le risorse per prevenire gli incendi, ma anche e soprattutto per gestire adeguatamente ed incrementare le aree naturali protette, con mezzi e personale adeguati, e farne ricchezza anche economica per i territori.
- che non si parli mai più di sanatorie edilizie e di allentamento dei vincoli ambientali e paesaggistici;
- che le presso tutte le Procure della Repubblica della Sicilia siano istituite delle vere e proprie sezioni specializzate per le indagini e la repressione dei crimini ambientali con particolare riguardo alla materia degli incendi boschivi.
Infine, invochiamo la collaborazione di tutti i cittadini singoli e associati per far fronte comune ad una emergenza che purtroppo è divenuta normalità.